‘My picture is like jazz’, Torino, 6-30 giugno 2022
L’improvvisazione jazzistica, grazie a quel meraviglioso mondo del processo creativo, permette di costruire “sul momento”, melodie desiderate ispirate naturalmente da un inconscio, che prende forma da una base di accordi stabiliti.Paola Bona improvvisa d’istinto e costruisce armonie avulse da forme ovvie e scontate, il suo modo personale e distinto è un elemento essenziale nel processo d’improvvisazione, non solo perché consente a lei come al musicista di poter dipingere linee melodiche diverse in una stessa sequenza di accordi, ma soprattutto perché è l’elemento primario per generare “bellezza” e suscitare “emozioni” nell’ascoltatore, e per Paola nello spettatore che guarda.
I ritmi innovativi del jazz, fra continuità di flusso ritmico e alternanza di una punteggiatura sempre varia e vivace, richiamano le geometrie astratte e i volumi spaziali delle opere di Paola, in cui regna sovrano uno studio rigoroso e affascinante, alimentato dall’implacabile ricerca dell’ essenziale, tra gestualità e cromatismo, in uno stato emozionale che provoca l’urgente necessità di creare combinazioni continue di linee e colori.
Il linguaggio apparentemente semplice è in realtà complesso e articolato nella ricerca di sottili equilibri strutturali; così come i tom seguono con tocchi imprevisti la voce solista, qui l’artista passa dall’osservazione naturale a un’ immagine trasfigurata, dove col rosso, verde e blu innesca un processo di manifestazioni uniche, caratterizzate da una potente gestualità, che esprime la forza di una pittura ispiratrice ed energicamente emotiva, carica di fragorosi silenzi e sensazionali intuizioni.
E ancora percepiamo immediatezza e movimento perfetto, ma anche energia contemplativa pulsante: una musicalità dal tocco sensibile e limpido, dove lunghe frasi sonore e intense velature prodotte da micro-vibrazioni fluttuanti, conferiscono allo spazio una luce caleidoscopica, generando melodie fantasmagoriche.
Così per Paola l’improvvisazione è una forma d’arte che si realizza collettivamente fra lei solista e lo spettatore che diventa accompagnatore indispensabile, a governare l’intesa per una conoscenza comune emozionale di riferimento.
Le dinamiche comunicative creano qui un’ improvvisa alchimia, dove l’artista, lungi dal farle approdare a risultati definitivi, è sempre pronta ad evolversi e sperimentare in un continuum operativo nuove forme espressive.
C’è un dialogo quasi segreto con la materia cangiante che sa prendere forma sulla tela, per tracciare l’espressione di un pensiero che diventa atto pittorico istintivo, in un gesto definito e decisivo, libero da condizionamenti, che prova a definirsi, destrutturarsi, per poi ancora ricrearsi in un gioco sequenziale armonico e musicale.
Come in un assolo il senso della forma, le emozioni, la conoscenza teorica e il controllo razionale dello strumento, si fondono in un flusso musicale governato dall’istinto, così nelle opere di Paola forma, colore, spazio e non spazio, la guidano in un’esperienza comunicativa unica, irripetibile e piena di significato.